I volontari dopo diversi tentativi hanno capito che non sarebbero mai riusciti ad estrarre il cane sul posto e così hanno deciso di portare il barile con all’interno l’animale ferito al rifugio dove poter operare in tutta tranquillità nell’emergenza, con strumenti più adatti alla situazione. Dapprima è stato tagliato il barile a metà per poter manovrare meglio e vedere la complessità del caso. Al cane sdraiato su un fianco, disidratato e stremato, lo staff ha subito dato dell’acqua per tranquillizzarlo e rassicurarlo con delle carezze mentre alcuni volontari hanno iniziato ad utilizzare un prodotto speciale per ammorbidire il catrame. Nel frattempo è stata anche preparata dell’acqua calda con la quale rimuovere il tutto e poter staccare in quel modo l’animale dal barile. Dopo diversi minuti i volontari hanno estratto il cane e ci sono volute ben tre ore di lavaggio per poter far riemergere il pelo sul fianco del povero randagio, impregnato di catrame. La pelle in parte è stata bruciata e corrosa dalla sostanza, ma per fortuna nessuna ferita era grave e così, questo dolce cucciolo all’indomani è tornato a stare in piedi e a correre come gli altri ospiti del rifugio, mostrando fiducia e riconoscimento a chi lo ha salvato.
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